Scritto da: Simona Bresciani, il 17/10/2025 | #Software
Accessibilità digitale: dal 28 giugno 2025 è obbligatoria
Dal 28 giugno 2025 entra in vigore l’European Accessibility Act (EAA), recepito in Italia con il D.Lgs. 82/2022.
La norma introduce l’obbligo di rendere siti web, app e servizi digitali accessibili a tutti gli utenti, inclusi quelli con disabilità. L’obiettivo è garantire un’esperienza digitale inclusiva, in linea con i principi di uguaglianza e usabilità.
Chi è obbligato all’adeguamento
L’European Accessibility Act si applica a tutti coloro che immettono nel mercato europeo prodotti e servizi digitali. Nello specifico l’obbligo riguarda aziende e professionisti che offrono servizi digitali ai consumatori, inclusi siti e-commerce, app mobile e piattaforme web.
Sono esentate solo le microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato < 2 milioni €), ma non per i prodotti digitali (come terminali self-service ecc…).
Per i siti già online prima del 28 giugno 2025 è previsto un periodo di transizione fino al 2030. Sono incluse anche tutte le imprese che offrono servizi ai cittadini dell’Unione Europea.
Cosa richiede la normativa
I requisiti tecnici si basano sugli standard WCAG 2.1 livello AA e sulla norma EN 301 549, che stabiliscono criteri concreti di accessibilità:
- testi alternativi per immagini;
- navigazione da tastiera;
- struttura semantica corretta;
- contrasto cromatico adeguato;
- compatibilità con tecnologie assistive.
Ogni sito dovrà inoltre pubblicare una dichiarazione di accessibilità e offrire un canale di feedback per segnalazioni o anomalie.
Nello specifico i requisiti principali richiesti dalla normativa sono:
- Percepibilità: le informazioni devono essere presentate in modo che gli utenti possano percepirle correttamente, per esempio fornendo sottotitoli per i video e un contrasto cromatico sufficiente sfondo/testo;
- Utilizzabilità: tutte le interfacce devono essere presentate in modo da essere utilizzabili, tramite tastiera, screen readers, tecnologie assistive e/o pennini, così che non esistano interazioni impossibili per l’utente;
- Comprensibilità: tutto nell’interfaccia deve essere chiaro e facile da comprendere, grazie ad una navigazione coerente e contenuti organizzati in modo facilmente comprensibile;
- Robustezza: i prodotti e servizi devono essere compatibili con diverse tecnologie assistive e rimanere aggiornati anche quando le tecnologie si evolvono.
Il ruolo degli sviluppatori
L’adeguamento non è solo grafico o contenutistico: richiede interventi tecnici profondi e mirati a livello di codice. Gli sviluppatori web hanno un ruolo centrale nel processo di conformità, poiché devono garantire che template, CMS, componenti front-end, framework e script personalizzati rispettino pienamente le linee guida WCAG (Web Content Accessibility Guidelines).
In molti casi è necessario ripensare l’architettura informativa del sito, assicurando una navigazione coerente e prevedibile per tutti gli utenti, compresi coloro che utilizzano tecnologie assistive come screen reader o tastiere alternative. L’ottimizzazione dell’HTML semantico diventa fondamentale per comunicare correttamente la struttura dei contenuti ai dispositivi di supporto, mentre un uso appropriato di ruoli e attributi ARIA permette di rendere accessibili anche le interfacce più dinamiche e interattive.
Gli sviluppatori devono inoltre adottare un approccio metodico basato su test di validazione automatica e manuale, includendo l’analisi del contrasto dei colori, la verifica della navigabilità da tastiera, e la compatibilità con i principali lettori di schermo. L’integrazione di strumenti di controllo continuo all’interno dei flussi di sviluppo (come plugin, linters o CI/CD accessibility checks) consente di mantenere nel tempo la conformità e di prevenire regressioni.
Solo un approccio tecnico strutturato, multidisciplinare e sostenibile nel lungo periodo può garantire la piena accessibilità digitale, assicurando non solo la conformità normativa ma anche la qualità complessiva dell’esperienza utente.
Sanzioni e opportunità
La vigilanza sull’attuazione delle nuove disposizioni sarà affidata all’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), che avrà il compito di monitorare i siti e le applicazioni digitali pubbliche e private soggette alla normativa.
In caso di inadempienza, sono previste sanzioni economiche significative, che potranno variare in base alla gravità e alla durata della violazione, oltre alla possibile esclusione da bandi o gare pubbliche.
Adeguarsi in anticipo, tuttavia, non significa solo evitare multe: rappresenta un investimento strategico per le organizzazioni. Un sito accessibile migliora la user experience complessiva, aumenta la visibilità sui motori di ricerca grazie a un codice più pulito e semantico, e contribuisce a rafforzare la reputazione aziendale come realtà inclusiva e attenta alla responsabilità sociale.
L’accessibilità, quindi, non è soltanto un obbligo normativo, ma una leva di innovazione e competitività digitale. Integrare i principi di design inclusivo fin dalle prime fasi di progettazione consente di raggiungere un pubblico più ampio, ridurre i costi di manutenzione nel tempo e costruire un web più equo e sostenibile per tutti.